Pubblicato il: 15-12-1998

Argomento: Se la PA non risponde rischia l’accusa di omissione di atti



Se la PA non risponde rischia l’accusa di omissione di atti

Rapporti più chiari tra pubblica amministrazione e cittadini . Per la Cassazione se l’amministrazione non risponde , il suo silenzio può essere un reato . E se la richiesta è congrua la PA non può tacere , né sono ammessi ritardi . In questi casi il rischio è una condanna per omissione di atti d’ufficio ( reato che comporta anche la reclusione fino a un anno ) . Inoltre , l’amministrazione non può invocare la scusante del troppo lavoro o della complessità della pratica da evadere .

La Cassazione , sesta sezione penale , ha infatti respinto il ricorso di due amministratori straordinari di una USl di Messina condannati a un milione di multa e all’interdizione dai pubblici uffici per un anno . Gli amministratori non avevano risposto a un medico che , dopo essersi dimesso dal suo incarico in ospedale , aveva sollecitato per iscritto la propria riassunzione . Davanti ai giudici della Cassazione i due amministratori avevano sostenuto che , non solo non avevano l’obbligo di rispondere , ma si erano difesi ricordando la mole di lavoro che un’amministrazione deve quotidianamente svolgere .

Per la Cassazione , invece , “non valgono ragioni di fatto quali eventuali difficoltà dovute alla mole di lavoro dell'ufficio o alla complessità della pratica”. Secondo i supremi giudici , inoltre , la “pretesa personale di convinzione di non dover dare risposta non scusa” . Le leggi penali devono essere conosciute e non vanno violate . Infine , per i supremi giudici le ragioni addotte dalla difesa non sono valide perché la conoscenza di una richiesta rivolta all’ente di cui si è responsabili è “presunta” , salvo prova contraria .